L’ex premier e già numero uno della Bce non si è tirato indietro, “Sempre al fianco dell’Europa per le importanti sfide che l’attendono”
“Tre sfide – lavoro, inflazione e ambiente commerciale – arrivano in un momento in cui chiediamo anche all’industria di guidare la transizione pulita. Dobbiamo quindi guardare avanti e stabilire come rimanere competitivi mentre lo facciamo. Per questo motivo ho chiesto a Mario Draghi – una delle grandi menti economiche europee – di preparare un rapporto sul futuro della competitività europea”.
Lo ha detto la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen nel suo discorso sullo Stato dell’Unione all’Eurocamera.
L’ex premier e già numero uno della Bce non si è tirato indietro, “sempre al fianco dell’Europa per le importanti sfide che l’attendono”.
Von der Leyen avrebbe chiesto a Draghi di approfondire “un tema di assoluto interesse comune, in un quadro geopolitico in rapida evoluzione”, accendendo un faro “su come funzionano le relazioni che governano la competitività tra paesi o tra aree a livello globale”.
Draghi è pronto a mettersi al lavoro per tracciare il quadro sul futuro della competitività, in anni difficili e in cui il Vecchio Continente indubbiamente arranca.
Un tema molto caro all’ex premier, come dimostrano le sue ultime uscite pubbliche: qualche giorno fa sulle pagine dell’Economist – Draghi, oltre a rimarcare come “sarebbe deleterio tornare ai vecchi ‘paletti’ fiscali pre-pandemia”, ha sottolineato come “servano nuove regole nell’Eurozona e più sovranità condivisa. Perché dipendere, come in passato, dalla Russia per l’energia, dalla Cina per l’export e dagli Usa per la sicurezza non è più immaginabile”.
Servono dunque “ingenti investimenti in tempi brevi, tra cui la difesa, la transizione verde e la digitalizzazione”. Per farlo, occorre “superare quelle regole di bilancio e quelle norme sugli aiuti
di Stato che limitano la capacità dei singoli Paesi di agire in maniera indipendente”.
“Ridefinendo – la ricetta dell’ex numero uno della Bce – il quadro delle politiche di bilancio della Ue e i processi decisionali, attraverso regole severe, per garantire finanze statali credibili nel medio termine, ma anche abbastanza flessibili, per permettere ai governi di reagire a shock imprevisti”.
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