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Fiesa: etichettatura e modalità di vendita dei nuovi alimenti contenenti farine di insetti

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Il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, ha emanato i decreti con cui vengono disciplinati i contenuti delle etichette da apporre sui prodotti e sugli alimenti contenenti farine di insetti derivati da:

“Acheta domesticus” (grillo domestico)
“Larva di  Tenebrio molitor” (larva gialla della farina)
“Locusta migratoria”
“Larve di Alphitobius diaperinus” (verme della farina minore).

Le disposizioni si applicano a  tutte  le categorie di  alimenti  e  preparati destinati  al  consumo  umano, come ad esempio a titolo esemplificativo e non esaustivo:

Il prodotto potrà essere utilizzato, in particolare, in

Pane e panini multicereali;
Cracker e grissini;
Barrette ai cereali;
Premiscele per prodotti da forno (secche);
Biscotti; Prodotti a base di pasta (secchi);
Prodotti a base di pasta farcita (secchi);
Salse;
Prodotti trasformati a base di patate, piatti a base di leguminose e di verdure, pizza e prodotti a base di pasta;
Siero di latte in polvere;
Prodotti sostitutivi della carne;
Minestre e minestre concentrate o in polvere;
Snack a base di farina di granturco;
Bevande tipo birra;
Prodotti a base di cioccolato;
Frutta a guscio e semi oleosi;
Snack diversi dalle patatine;
Preparati a base di carne.

Le disposizioni nazionali stabiliscono, in sostanza, come d’altronde quelle comunitarie, che sulle confezioni dovranno essere riportate:

la tipologia di insetto presente;
le quantità utilizzate (fino a un massimo del 10%);
il Paese di origine;
informazioni relative a rischi legati a reazioni allergiche.

L’etichetta dei prodotti alimentari deve contenere la denominazione del nuovo alimento, utilizzando le corrette dizioni indicate nei quattro decreti.

L’etichetta deve indicare che tali prodotti o ingredienti possono provocare reazioni allergiche nei consumatori con allergie note ai crostacei e ai prodotti a base di crostacei, ai molluschi e ai prodotti a base di molluschi e  agli  acari  della  polvere.  Tale indicazione deve   essere   collocata   accanto   all’elenco   degli ingredienti e riportata secondo quanto previsto dall’art.   21, paragrafo 1, del regolamento (UE) 1169/2011.

Le indicazioni devono essere specificate in modo immediatamente visibile per l’acquirente, non devono essere in nessun modo nascoste, oscurate, limitate o separate da altre indicazioni scritte o grafiche o da altri elementi suscettibili di interferire.

Al fine di assicurare una corretta e completa informazione ai consumatori, rafforzare la prevenzione e la repressione delle frodi alimentari e della concorrenza sleale, è obbligatorio riportare nelle etichette dei prodotti l’indicazione  del luogo  di  provenienza,  come  individuato  ai  sensi  dell’art. 2, paragrafo 2, lettera g), del regolamento (UE) n. 1169/2011, del nuovo alimento, a seconda  della forma utilizzata.

Nello specifico, tale Regolamento prevede che l’indicazione del paese d’origine o del luogo di provenienza di un ingrediente primario, che non è lo stesso paese d’origine o luogo di provenienza indicato per l’alimento, viene fornita:

a) con riferimento a una delle seguenti zone geografiche

i) «UE», «non UE» o «UE e non UE»;

ii) una regione o qualsiasi altra zona geografica all’interno di diversi Stati membri o di paesi terzi, se definita tale in forza del diritto internazionale pubblico o ben chiara per il consumatore medio normalmente informato;

iii)  la zona di pesca FAO, o il mare o il corpo idrico di acqua dolce se definiti tali in forza del diritto internazionale o ben chiari per il consumatore medio normalmente informato; o

iv) uno o più Stati membri o paesi terzi; o

v) una regione o qualsiasi altra zona geografica all’interno di uno Stato membro o di un paese terzo, ben chiara per il consumatore medio normalmente informato; o

vi) il paese d’origine o il luogo di provenienza, conformemente alle specifiche disposizioni dell’Unione applicabili agli ingredienti primari in quanto tali;

b) oppure attraverso una dicitura del seguente tenore:

«(nome dell’ingrediente primario) non proviene/non provengono da (paese d’origine o luogo di provenienza dell’alimento)» o una formulazione che possa avere lo stesso significato per il consumatore.

MODALITA’ DI VENDITA

Rispetto alla normativa comunitaria, la legislazione nazionale prevede un’unica sostanziale differenza: i prodotti devono essere posti in vendita in comparti separati, segnalati attraverso apposita cartellonistica.

Per maggiori informazioni ci si può rivolgere alle sedi territoriali di Confesercenti o alla segreteria nazionale di Fiesa Confesercenti: fiesa@confesercenti.it

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