Nonostante una lieve flessione rispetto all’anno scorso, l’interesse dei consumatori per i saldi estivi rimane alto: oltre uno su due (55%, contro il 61% del 2023) prevede di acquistare almeno un capo o prodotto moda, generando un giro d’affari stimato in oltre 3,5 miliardi di euro. Questo è quanto emerge dal consueto sondaggio Confesercenti-IPSOS in occasione dei saldi estivi 2024.
Le vendite di fine stagione sono un momento cruciale per gli imprenditori del settore moda, specialmente dopo un trimestre primaverile caratterizzato da vendite deludenti a causa di un meteo incerto e anomalo, che ha inciso negativamente sui consumi di capi, calzature e accessori.
I saldi di fine stagione continuano ad essere tra gli eventi commerciali più attesi, sebbene l’eccesso di promozioni e pre-saldi ne abbia ridotto l’impatto. Dopo quasi un mese dall’inizio dei saldi, le prime valutazioni indicano un andamento delle vendite inferiore rispetto all’anno precedente, con una diminuzione del 10% degli incassi. Questo calo è attribuibile a diversi fattori, tra cui l’inflazione e lo scarso interesse dei clienti.
Alcuni esercenti propongono di posticipare l’inizio dei saldi alla fine della stagione, per permettere una gestione più efficace dell’inventario e offrire sconti realmente vantaggiosi senza la pressione delle promozioni anticipate. «Una proposta che la nostra associazione sostiene da tempo è quella di posticipare i saldi alla fine della stagione – commenta Linda Ghiraldo, presidente di Fismo Confesercenti Veneto Centrale. Questo permetterebbe alle attività commerciali di gestire meglio il proprio inventario e di offrire ai consumatori sconti effettivamente vantaggiosi senza dover subire la pressione di promozioni anticipate e non regolamentate.»
Per quanto riguarda i metodi di pagamento, si registra un crescente utilizzo del bancomat. Il giorno con il maggior numero di vendite è stato l’avvio dei saldi, seguito da giovedì 18 luglio. Tuttavia, i saldi non garantiscono più un aumento certo e consistente dei guadagni. I clienti occasionali tendono ad acquistare solo se trovano offerte convenienti, mentre i clienti fidelizzati sono disposti a spendere di più per prodotti di qualità.
Infine, si evidenzia una preoccupazione riguardo alla concorrenza sleale dei saldi online e delle promozioni sui social network. «Negli ultimi mesi, abbiamo riscontrato una proliferazione di pratiche scorrette legate ai saldi online, che compromettono l’equilibrio del mercato e la leale concorrenza tra commercianti – continua Linda Ghiraldo – Molti fornitori e rivenditori utilizzano la pratica degli sconti selvaggi online, usando piattaforme social come Instagram e Facebook, con pre-saldi che arrivano fino al 40%. Questo crea un evidente svantaggio competitivo per i negozi fisici, che sono soggetti a regolamentazioni più rigide e controlli stringenti. È fondamentale che tali comportamenti vengano sanzionati con la stessa severità applicata alle violazioni nei negozi fisici».
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