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Confesercenti Grosseto: rallentano i consumi delle famiglie. Soffrono negozi vicinato

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I dati che abbiamo raccolto rappresentano una realtà tutt’altro che confortante, che mette alla luce del sole la stretta correlazione tra crisi del commercio, consumi e famiglie

Rallentano i consumi delle famiglie e a rimetterci sono soprattutto i piccoli negozi di vicinato. È l’analisi che Confesercenti fa dei dati Istat sul secondo trimestre. La spesa delle famiglie è ferma. Ad agosto questo si evidenzia con un meno 9% proprio per le attività che operano su piccole superfici. E questo nonostante il traino dei saldi estivi. Crescono invece del 3% le vendite della grande distribuzione.

L’aumento dell’occupazione e dei redditi delle famiglie non si traduce ancora dunque in aumento di spesa e i consumi tornano ai livelli pre Covid. Purtroppo il Psb, piano strutturale di bilancio, non sembra preoccuparsene, visto che non pone al centro dell’agenda economica la necessità di ridare impulso alla ripresa dei consumi. Dichiarazioni su una nuova austerity in arrivo potrebbero rallentare ulteriormente la spesa delle famiglie, il cui contributo alla crescita continua a calare.

«Per questo la prossima manovra finanziaria dovrà necessariamente assegnare priorità al sostegno dei redditi delle famiglie attraverso la leva fiscale – chiede Confesercenti -: l’accorpamento delle aliquote di imposta gravanti sui redditi e la conferma del taglio del cuneo contributivo sono fondamentali in questa direzione. Nell’ottica del piano strutturale di bilancio, Confesercenti ribadisce inoltre la necessità di intervenire sulla detassazione degli incrementi salariali derivanti dai rinnovi contrattuali, oltre che a mettere in campo misure organiche di sostegno per le piccole attività commerciali, per dare certezze e aspettative a famiglie ed imprese».

«I dati che abbiamo raccolto – afferma Marco Di Giacopo referente provinciale Assoterziario Confesercenti Grosseto – rappresentano una realtà tutt’altro che confortante, che mette alla luce del sole la stretta correlazione tra crisi del commercio, consumi e famiglie. Nella Provincia di Grosseto inoltre, bisogna fare ulteriore attenzione a tre aspetti: il primo, abbiamo il 28,9% di over 65 (con la Toscana al 26,4%, e l’Italia 24,3%), con molti comuni dell’entroterra che hanno una percentuale addirittura superiore al 35%. Il secondo, la maggioranza degli occupati, ben oltre il 70%, appartengono al settore servizi, in sostanza commercio e turismo. Infine il terzo, apparentemente confortante: un tasso di occupazione sopra la media toscana, pure se di poco: 69,2%».

«Si delinea, mettendo insieme questi tre elementi, una situazione allarmante, perché ciò significa che il lavoro (specie nel commercio e nel turismo) non è sufficientemente redditizio e la spinta dei consumi è sorretta più che in altri luoghi dalle pensioni, una fonte di reddito che andrà inderogabilmente ad assottigliarsi».

«E’ evidente allora come nel nostro territorio assumono ancora più valore questi dati, visto che più che giovarsi per la crescita dell’occupazione sono necessarie già dalla prossima finanziaria politiche di sostegno al reddito» prosegue Di Giacopo.

«La situazione indica, in altre parole, che le imprese e le famiglie stanno lavorando ma non riescono – per l’elevato costo della vita – a sostenere il consumo: questo può significare solo un alleggerimento della pressione fiscale per far tornare famiglie ed imprese a camminare con le proprie gambe, svincolandosi dal rincalzo obbligato delle pensioni. In particolar modo nella nostra provincia; anche perché un territorio che investe su impresa e lavoro è un territorio che crea il proprio futuro, se si appoggia risparmi e sulle pensioni aspetta solo il proprio destino».

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