Domani 14 novembre il turismo come sinergia: nuove collaborazioni pubblico privato. Dialogo con i professionisti della filiera turistica
Seconda giornata per XXV edizione della BITM – Le giornate del Turismo Montano in corso fino a venerdì al MUSE di Trento. Tema di quest’anno: “La montagna come opportunità. Il turismo delle Terre Alte nell’epoca di grandi cambiamenti globali”, declinato in approfondimenti e laboratori tematici che vanno a coinvolgere operatori del settore, le scuole, rappresentanze sociali, lavorative, economiche e di sviluppo del territorio, associazioni di categoria, esperti e studiosi.
Focus di oggi “Il turismo come sfida: tattiche e buone pratiche in un mondo che cambia rapidamente” con il Laboratorio delle idee dedicato all’OPERATIVITÀ. L’incontro ha esplorato le sfide attuali e future che il settore turistico affronta in un contesto in rapida evoluzione con al centro il tema sostenibilità. Attraverso l’analisi di tattiche innovative e l’introduzione di buone pratiche, il convegno ha fornito uno spazio di discussione su come adattarsi a scenari mutevoli dando parola agli operatori turistici di Trentino e Alto Adige attraverso esperienze e idee di innovazione nell’asset dell’accoglienza e dell’ospitalità, particolarmente interessanti e di potenziale ispirazione per altri imprenditori.
“Quest’anno – ha evidenziato il direttore scientifico di BITM, Alessandro Franceschini – abbiamo voluto formalizzare una tendenza delle ultime edizioni, quella di presentare, condividere e discutere le innovazioni del settore. Il laboratorio di idee come formalizzazione di questa modalità di lavoro, per far diventare queste iniziative un patrimonio collettivo”.
Nel suo intervento Alberto Olivo segretario generale della Camera di Commercio Industria Artigianato Turismo e Agricoltura di Trento, ha messo in evidenza le interazioni trasversali del settore turistico e dunque della sostenibilità: “Da molto tempo i confini tra un settore e l’altro sono diventati labili. C’è una consapevolezza di una interazione molto stretta. Il mondo artigiano appartiene al manifatturiero, ma lavora alla manutenzione delle strutture. L’agricoltura fornisce prodotti, salvaguarda il territorio, lo rende attraente, curando un paesaggio antropizzato che in alcune zone del Trentino è imprescindibile. Il commercio: è evidente che parte dell’esperienza dell’accoglienza è quella di girare e vedere prodotti. In molte località una qualità e una varietà di servizi commerciali c’è solo per via della presenza turistica. Il turismo non va valutato dunque guardando solo ai fatturati degli albergatori, ma anche guardando a tutto quello che gli gira intorno. La sostenibilità non è solo una necessità, per darci una prospettiva di futuro migliore, ma diventa anche qualcosa che dobbiamo essere in grado di perseguire per essere concorrenziali: diventa un biglietto da visita”.
Anche Luca Guadagnini, presidente Sezione Impianti a Fune di Confindustria Trento ha guardato alla sostenibilità. “Perché un talento o un lavoratore o un turista dovrebbe scegliere il Trentino come meta? Serve una visione più generale, per pensare a tutto il nostro territorio, che deve diventare attrattivo per tutti, vivibile in tutte le stagioni, un po’ per non concentrare i turisti nei periodi di punta. La montagna ha bisogno di avere una costanza di frequentazione. Un po’ per essere manutentata, un po’ perché il Trentino è bellissimo in tutte le stagioni. Il territorio in cui operiamo è meraviglioso ma è delicato e va mantenuto. In passato questo veniva fatto durante l’alpeggio. Questa pratica sta calando, abbiamo visto anche con la tempesta Vaia che dove non c’erano gli impianti di risalita, i danni sono stati peggiori. Le nostre opere talvolta, in fase di realizzazione, sono un po’ invasive. Ma una volta completate sono un servizio utile per chi vive il territorio e per chi lo frequenta. Il nostro è anche un intervento di manutenzione del territorio”.
Di cambiamento climatico, inverno demografico, carenza di manodopera, impatto dell’intelligenza artificiale, “che non è più futuro ma presente”, ha parlato Davide Cardella direttore dell’Associazione Albergatori e Imprese Turistiche del Trentino. “Ci aspettano sfide non da poco. Tutte insieme potrebbero creare un clima di sfiducia e di rassegnazione. Dobbiamo fare uno sforzo e invertire l’approccio, facendo un esercizio di futuro: invece di guardare alla sfida attuale dobbiamo guardare all’obiettivo desiderabile, procedendo a ritroso”.
Renata Diazzi, direttrice area ESG Sustainability Management di Trentino Sviluppo è intervenuta spiegato i parametri ESG della sostenibilità e dello sviluppo sostenibile. “ESG è un acronimo che definisce i pilastri dello sviluppo sostenibile, che soddisfa, cioè, i bisogni delle generazioni attuali senza compromettere quelli delle generazioni future. Parlare di sostenibilità ambientale, sociale e di governance (ESG) vuol dire quindi parlare di un patto intergenerazionale. La sostenibilità è nelle radici dell’autonomia. Il Trentino era una terra di risorse scarse, ed è stata abituata a gestirle e a metterle a disposizione della comunità. Come Trentino Sviluppo siamo a supporto della Provincia autonoma di Trento che ha deciso di investire nella creazione di un framework a sostegno della sostenibilità che coinvolga tutto il territorio. L’obiettivo è arrivare a un rating ESG entro la fine della legislatura”.
Tra approcci strategici, soluzioni sostenibili e all’adozione di tecnologie avanzate, il dialogo è proseguito nella condivisione di esperienze per gestire con successo le complessità del settore turistico in un mondo sempre più interconnesso. Il “Laboratorio delle idee: dall’accoglienza al territorio” è stato moderato dal discussant Walter Nicoletti: “Oggi parlare di sostenibilità significa pensare a modelli più orientati alla decrescita, termine che può essere scomodo, ma che dà le ragioni di cambiamento. Cosa ci rende più ricchi o più poveri? Abbiamo bisogno di cambiare continuamente quello che abbiamo? Dobbiamo rivalutare la realtà, il che ci fa capire che siamo delle popolazioni molto ricche, con tantissime potenzialità”.
Ad intervenire Marco Masè, titolare dell’Hotel Bertelli di Madonna di Campiglio con un progetto di sostenibilità che si è concretizzato negli ultimi anni con certificazione ISO, “che mette in discussione la nostra attività da un punto di vista sociale, ambientale ed economico. Abbiamo realizzato un report che mette nero su bianco quanto fatto, anche per stimolare eventualmente colleghi”.
Franco Pedrotti, titolare del Parc Hotel Du Lac di Levico Terme, ha portato la sua esperienza di certificazione ambientale e ha spiegato come il protocollo di buone pratiche ambientali e sociali va a migliorare la qualità della vita di ospiti e dipendenti “tra orari condivisi e strutture abitative dignitose per i lavoratori”.
Gabriele Galieni, direttore del Du Lac et Du Parc Grand Resort di Riva del Garda, insieme all’architetto Stefano Mengoli, ha portato l’esperienza di rifacimento e recupero del Parco caratterizzato da una forte biodiversità da preservare. “Qui ci sono oltre 10mila palme – ha ricordato Mengoli – che grazie al cambiamento climatico stavano colonizzato tutto. Il progetto di valorizzazione mira a creare un limite all’espansione delle palme, ma conservandole, perché Riva è città delle palme”. Ancora, per sviluppare una comprensione condivisa delle migliori pratiche e delle strategie vincenti trasformando le difficoltà in opportunità di crescita e innovazione nel turismo si è allargato lo sguardo al territorio trentino e altoatesino.
“È evidente che se non abbiamo un settore che fa un’accoglienza di qualità, possiamo fare poco – ha detto Tullio Serafini, presidente dell’Azienda per il Turismo Madonna di Campiglio – Noi non abbiamo problemi di risorse, ma dobbiamo canalizzarle nei settori giusti, strategici. La valorizzazione dei nostri prodotti agli ospiti piace molto: non dobbiamo inventarci nulla”. Manuel Corso, direttore dell’Azienda per il Turismo San Martino di Castrozza, Primiero e Vanoi ha presentato un esempio di promozione di alcuni territori meno conosciuti del Primiero “sono trekking in località meno note del territorio che ci permettono di ossigenare zone già ampiamente coperte dai turisti”. Cosi Daniela Vecchiato direttrice dell’Azienda per il Turismo Alpe Cimbra Folgaria Lavarone Luserna Vigolana: “Lavoriamo affinché sia un inverno sostenibile, quindi anche la tipologia di esperienze che andremo a proporre saranno legate a questo concetto: prendersi del tempo, vivere la natura. Non stiamo inventando nulla di nuovo: rallentante, siete in vacanza, riscoprite i giusti tempi del turismo”.
Dall’Alto Adige a portare la loro esperienza sono stati Klaus Pichler, titolare Hotel Weihrerhof (Renon – Bolzano) e Carlo Runggaldier direttore della Cooperativa Turistica S. Vigilio – Marebbe (Bolzano): “Chi non prende sul serio la sostenibilità non prende in considerazione una lunga lista di valori basici – ha detto Runggaldier – Potete essere fieri a Trento di avere un’università di Management turistico che sta sfornando dei Destination Manager per tutta l’Italia”. Interessante anche l’esperienza di Pichler e della sua struttura: “Per ogni decisione ci confrontiamo con i temi della sostenibilità: vediamo il processo, vediamo il suo impatto, vediamo come il processo potrebbe essere ottimizzato o eventualmente eliminato. I clienti sono contenti di ciò che proponiamo, lo capiscono a patto di saperlo comunicare bene. La comunicazione fondamentale per promuovere la cultura della sostenibilità”.
La seconda giornata di BITM si è conclusa con un’attenzione particolare ai cambiamenti climatici e al turismo d’alta quota con Mauro Leveghi, presidente del Trento Film Festival e il gestore del rifugio Pedrotti-Tosa, Franco Nicolini. “Il Festival è una finestra permanente sulle montagne del mondo, perché porta all’attenzione ciò che gli occhi di uomini e donne vedono sulle montagne del mondo – ha ricordato Leveghi – Un tempo il Festiva era singolare, le pellicole riguardavano solo l’alpinismo. Ora raccontano tutto quello che succede su quelle montagne. Questioni antropologiche, sociologiche, i cambiamenti. Siamo all’avanguardia di quello che negli anni futuri succederà qua a Trento. Il problema principale che abbiamo in questi anni: siamo stati tra i primi a dire che l’acqua sta scarseggiando, non arriva. Le vedrette stanno scomparendo. Nessuno ci ha mai ascoltato. Il problema è diventato tale quando gli alpinisti ci hanno chiesto la doccia, e noi abbiamo dovuto dire che non c’è, non c’è più, perché non c’è più l’acqua. L’escursionista ha capito il problema, si adegua, perché vive la montagna come la viviamo noi. Il problema rimane per il turista di montagna. Nicolini ha evidenziato come ristrutturare i rifugi significa anche renderli più sostenibili. “I rifugi hanno bisogno di un efficientamento idrico, energetico e di risorse. Il nostro rifugio è in ristrutturazione, quando sarà pronto avremo pannelli fotovoltaici, recupero delle acque, spazi più performanti e adeguamento alle norme di sicurezza. È importante non perdere i valori della montagna ma un certo cambiamento è necessario. Nostro compito è anche parlare con chi arriva, per parlare, informare e insegnare cos’è la montagna”.
Il pomeriggio di BITM è poi proseguito con le esperienze sensoriali “Gusto Trentino. Il piacere dei sapori”. Negli spazi storici di Palazzo Roccabruna si sono esplorate e assaporate le eccellenze del Trentino grazie a un percorso verticale organizzato da Confesercenti del Trentino in collaborazione con Accademia d’ Impresa e Miscele d’Aria Factory. Protagonisti: il Trentodoc, il Pane Alpino, il Formaggio Trentino di Malga, il Miele di Alta Montagna Alpina, la Mela del Trentino, il Vino Santo Trentino. Le specialità enogastronomiche di montagna saranno raccontate e valorizzate anche attraverso l’appassionata testimonianza.
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