La Presidente Verdi: “Un piccolo segno di ripresa c’è, la gente sembra voglia tornare a vivere i centri storici e i negozi di vicinato”
A meno di una settimana dal Natale un grossetano su due non ha ancora completato l’acquisto dei regali. Secondo un’indagine Ipsos per Confesercenti gli italiani spenderanno circa 225 euro a testa per i regali (in media ne verranno comprati nove a persona). Ad avere la meglio abbigliamento, giocattoli (immancabili per i più piccoli), prodotti di profumeria e i libri. Purtroppo il budget riservato agli acquisti resta limitato (solo due euro in più rispetto al 2023); andrà meglio per chi riceverà la tredicesima: la spesa sarà del 20% in più.
Il 61% degli acquisti verrà fatto in un negozio fisico: di vicinato, centro commerciale, mercatino… il restante 38% opterà per l’on-line. «Sinceramente, anche sentendo i colleghi, quest’anno un po’ più di movimento nel centro storico di Grosseto c’è stato – afferma Francesca Verdi presidente provinciale Fismo Confesercenti Grosseto -. Forse le vie sono più carine, o la presenza degli steward fa sentire sicuri. Comunque sembra che ci sia una tendenza a regalare qualcosa di più duraturo, e quindi abbigliamento, calzature, accessori moda. Ci dispiace questa tendenza che si è ormai consolidata di fare i regali nelle ultime due settimane. Alcune attività tipo la mia che è anche di preparazione al natale, soffrono un po’ questa condizione e il rischio è di non riuscire a soddisfare i clienti appieno».
«Trovo comunque che un piccolo segno di ripresa ci sia, la gente sembra voglia tornare a vivere i centri storici e i negozi di vicinato. C’è evidentemente voglia di sentirsi più coccolati, considerati e consigliati nell’acquisto. Certo il centro commerciale piace perché in una botta compri tutto. Ma molti stanno tornando ai negozi di vicinato».
Anche secondo Riccardo Colasanti presidente provinciale Assoterziario Confesercenti, ci sono timidi segni di ripresa «Come dico spesso il commercio deve puntare sulla qualità: cortesia e innovazione e progetti che ci vedano protagonisti da aprile a ottobre anche in vista della stagione turistica».
«In questo periodo la gente cerca il prodotto di qualità; in genere si aspetta l’evento più importante dell’anno per regalare l’oggetto che magari si è visto a lungo in vetrina. E sono emozionalmente indirizzati. Se prima si puntava più sulla quantità, ora non è più così. I clienti sono informati, decisi, sanno già il prezzo indicativo e sono preparati. Dobbiamo aggiornarci costantemente sui gusti perché le mode cambiano repentinamente, magari dettate da qualche influencer. Però un lavoro di questo genere, se fatto bene, è anche molto gratificante».
«In genere in questo momento i clienti hanno un budget già prestabilito – prosegue Colasanti -, e si nota un cambio di abitudini post Covid. Si punta alla qualità della vita, e in questo un piccolo negozio può fare la differenza. Certo l’on line è ingombrante, bisogna dare servizi, come la disponibilità a cambi e resi gratuiti post natalizi».
Colasanti poi torna a chiedere un cambio di passo: «Servono progetti reali, che coinvolgano tutte le parti sociali, le associazioni di categoria, le amministrazioni, gli imprenditori: lo scopo ultimo deve essere il benessere della nostra città».
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