Il Presidente Cilano: “Proposta di legge delega del Governo inaccettabile. Si tratta di un provvedimento che necessita di una sua profonda riscrittura per un giusto e corretto bilanciamento fra le esigenze di una maggiore concorrenza e la salvaguardia dei diritti degli attuali concessionari”
Anche Fiba Confesercenti Sicilia sarà a Roma per protestare il 10 marzo contro la proposta di legge delega del Governo per il rinnovo delle concessioni balneari. “Una proposta inaccettabile – dice il presidente regionale Alessandro Cilano – che getta al macero anni di sacrifici e lavoro e che rischia di svendere le coste a multinazionali. È il tempo di uscire dalle chat e tornare a gridare il nostro dissenso in piazza”.
Nei giorni scorsi Cilano ha riunito online gli iscritti a Fiba e ha già raccolto decine di consensi su tutto il territorio regionale da parte di titolari di lidi balneari pronti a partire alla volta della Capitale. Sull’Isola la legge regionale 24 del 2019 in attuazione della legge Nazionale 145 del 2018 ha dettato le regole per il rinnovo delle concessioni: “Molti imprenditori dopo avere presentato la documentazione per ottenere il mantenimento in vita del titolo concessorio fino al 31 dicembre 2033 hanno avviato investimenti, facendo anche ricorso a prestiti. Oggi si trovano senza alcuna sicurezza sul futuro, indebitati e con il peso del calo di fatturato dettato dal primo anno di pandemia”.
Secondo Fiba, il programma del Governo non sta in piedi. “L’applicazione della direttiva Bolkestein – prosegue Cilano – presuppone ai sensi dell’art 12 della stessa direttiva la verifica della scarsità della risorsa naturale. Un tema rispetto al quale più volte è stato interrogato il Governo Nazionale e Regionale senza mai avere avuto risposte. Questo rende tutto il percorso estremamente difficile e pieno di incertezze soprattutto per le imprese titolari di una concessione demaniale marittima che stando all’attuale formulazione dell’emendamento al DL Concorrenza che traccia i principi su cui si erge la riforma del settore, non avrebbero diritto ad un indennizzo adeguato in quanto non commisurato al valore commerciale delle aziende. In definitiva si tratta di un provvedimento che necessita di una sua profonda riscrittura da parte del Parlamento per un giusto e corretto bilanciamento fra le esigenze di una maggiore concorrenza e la salvaguardia dei diritti degli attuali concessionari”.
Sull’Isola sono circa 3000 i titolari di concessione demaniale marittima, più di 7500 gli addetti e 100 mila gli stagionali impiegati nella stagione balneare.
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