Un aumento delle accise sul gasolio, mirato ad equipararle a quelle già gravanti sulla benzina, diventerebbe una vera e propria stangata per famiglie e imprese. L’imposizione fiscale sui carburanti nel nostro Paese è già tra le più alte d’Europa, e andrebbe ridotta, non aumentata.
Così Faib Confesercenti.
Un ulteriore incremento delle accise sul gasolio genererebbe un trascinamento anche sui costi di trasporto delle merci, con un effetto a cascata sui prezzi finali dei prodotti. In caso di rialzi della materia prima, ci potremmo trovare di fronte ad aumenti drammatici, come purtroppo ciclicamente accade.
Piuttosto, si valuti l’ipotesi di introdurre un’accisa mobile, ovvero un meccanismo che consenta di impiegare il maggior gettito IVA legato agli aumenti dei prezzi dei carburanti, per ridurre in modo dinamico le accise. Una misura di equità che andrebbe a vantaggio di imprese e consumatori, perché permetterebbe di trattenere l’inflazione generata dal caro-carburanti e di spalmare i benefici della riduzione dei prezzi alla pompa su più fronti.
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