ANVA Confesercenti della Lombardia Orientale scrive alle Amministrazioni comunali inadempienti: «Se veramente ritenete importanti i mercati comunali, dovete adottare il Canone unico introdotto nel 2021».
Ancora troppi anche nel Bresciano i Comuni che non si attengono all’applicazione del Canone unico mercatale entrato in vigore nel 2021, sostituendo e accorpando la tassa per l’occupazione di spazi e aree pubbliche (TOSAP), il canone per l’occupazione di spazi e aree pubbliche (COSAP) e il pagamento per il servizio di raccolta rifiuti (TARI).
Si tratta di una legge nazionale di applicazione comunale, che calcola il costo dell’occupazione del suolo pubblico sulla base di coefficienti di costo fissi, riferiti al numero di abitanti, senza alcun vincolo di dover assicurare gettiti pari a quelli conseguiti negli anni precedenti.
Il legislatore con questo provvedimento ha, infatti, deciso di sostenere il commercio su aree pubbliche, prendendo atto delle difficoltà che sta attraversando, e dell’importanza che riveste per le comunità locali attraverso un prezioso servizio di prossimità.
I Comuni sarebbero pertanto obbligati dalla legge nazionale ad applicare sconti dal 30 al 40%sulle tariffe vigenti per gli ambulanti che operano nei mercati.
Il condizionale è d’obbligo in quanto, alla prova dei fatti, e nonostante le numerose sollecitazioni di ANVA Confesercenti, molti Comuni, nell’applicare il canone unico mercatale, hanno preferito mantenere invariato il gettito rispetto all’anno precedente, ignorando le novità introdotte, e continuando a far pagare la stessa cifra rispetto al passato. In altri casi, fortunatamente non numerosi, alcune Amministrazioni comunali hanno addirittura sfruttato l’introduzione della norma sul Canone unico per innalzare i costi del plateatico.
Le esenzioni dal pagamento erano state previste nel periodo del post Covid (2021), poi i comuni avrebbero dovuto adeguarsi, ma non lo hanno fatto. Oggi il tema torna di grande attualità visto il periodo di difficoltà diffusa per i mercati.
Nel Bresciano su 205 Comuni complessivi almeno 17 tra quelli di maggiore dimensione e con una presenza mercatale di rilievo non hanno ancora applicato in modo corretto la normativa vigente, mantenendo importi superiori più del doppio rispetto a quanto previsto: si tratta di Manerbio, Salò, Iseo, Orzinuovi, Lumezzane, Gavardo, Leno, Darfo Boario Terme, Travagliato, Rovato, Ospitaletto, Gardone Valtrompia, Coccaglio, Idro, Carpenedolo, Bovezzo e Rezzato.
Anche questi Comuni avrebbero dovuto introdurre riduzioni tariffarie, invece gli aumenti applicati, che variano di territorio in territorio, arrivando a toccare un + 32% nel caso di Orzinuovi e +27% per quanto riguarda Lumezzane.
Anva Confesercenti ha quindi chiesto agli amministratori locali prima dell’approvazione del Bilancio di previsione 2024 di attenersi a quanto previsto dalla legge nazionale.
«L’auspicio è che tutti i Comuni deliberino di applicare con correttezza la normativa – afferma Massimo Bonetti, presidente di Anva Confesercenti della Lombardia Orientale. Gli enti locali hanno infatti molti strumenti per far funzionare bene i mercati e andare incontro alle attività e alle microimprese che vi lavorano. Alla base ci deve essere però la volontà di valorizzarli davvero, riconoscendo non solo a parole, ma anche nei fatti il ruolo fondamentale che svolgono per le comunità ».
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