L’articolo Istat: Confesercenti, “è autunno freddo per il commercio, Black Friday non ‘scalda’ le vendite. Soffrono i negozi proviene da Confesercenti Nazionale.
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Federpubblicità accoglie con favore la decisione di mantenere il limite di ricavo per l’applicazione della Digital Service Tax (Web Tax) in Italia, fondamentale per garantire un contributo equo delle imprese digitali al sistema fiscale del Paese.
“Avevamo chiesto con forza che il limite di ricavo fosse mantenuto, e siamo lieti di essere stati ascoltati. Se l’obiettivo della Web Tax è garantire che le imprese del settore digitale contribuiscano in modo equo al sistema fiscale del paese in cui operano, evitando distorsioni competitive, il limite di ricavo è infatti imprescindibile”, sottolinea il presidente degli operatori pubblicitari della Confesercenti, Claudio Varetto.
“La Web Tax si applica a tutti i servizi digitali e alla pubblicità online, ed è rivolta principalmente ai grandi player con sede all’estero (OTP), che già detengono da soli la maggior parte del mercato pubblicitario digitale in Italia: proprio per questo si applica sul fatturato e non sull’utile, che viene tassato nella sede fiscale dove risiede l’azienda, quasi sempre fuori dall’Italia. Senza un limite di fatturato sotto il quale non applicarla, però, si rischia di colpire le piccole imprese e le partite IVA, già gravate da altre imposte, rendendo loro ancora più difficile competere in un mercato dominato dai giganti. Ora, però, torniamo a chiedere una chiara distinzione tra e-commerce e attività di produzione dei contenuti per la rete e i social. Un’anomalia tutta italiana, in totale difformità rispetto alla formulazione della norma europea”.
L’articolo Web Tax: Federpubblicità, bene mantenimento limite di ricavo, è tutela per le piccole imprese proviene da Confesercenti Nazionale.
Gli italiani non hanno trovato l’inflazione sotto l’albero: i prezzi a dicembre – lo conferma l’Istat – si sono mantenuti sostanzialmente stabili sul mese precedente. Il rischio, però, è che trovino a gennaio una mega bolletta nella calza: sul processo di rientro dell’inflazione continuano infatti a pesare le tensioni sull’energia. Una situazione da monitorare attentamente, perché un ritorno alla crescita dei prezzi dei beni energetici potrebbe avere un impatto rilevante su tutta l’economia, con un incremento dell’inflazione e un impatto sui consumi di circa 2,1 miliardi di euro.
Così Confesercenti in una nota.
Il dato odierno conferma come il 2024 sia stato un anno di rientro dell’inflazione, scesa nella media annua all’1% rispetto al 5,3% del 2023. Un calo che ha consentito un recupero del potere d’acquisto delle famiglie che nei primi nove mesi del 2024, sempre secondo l’Istat, è stato pari al 2,5%. Un andamento positivo, favorito dai rinnovi contrattuali, e che finalmente sembra aver iniziato a imprimere una spinta favorevole ai consumi, aumentati di 5,1 miliardi nel terzo trimestre del 2024. Crescita che valutiamo si sia consolidata con gli acquisti natalizi e che sembra confermata anche dai primi dati sui saldi.
Su questo quadro tornano tuttavia a pesare le tensioni sui mercati energetici, in particolare su quello del gas naturale, da cui dipende il prezzo finale dell’energia pagato da famiglie e imprese italiane. Nell’ultimo mese il prezzo medio del gas al mercato di Amsterdam dove vige l’indice TTF è stato intorno ai 50 euro a megawattora, un livello simile a quello di fine 2023.
Nei primi giorni di Gennaio il prezzo è salito oltre i 50 €, mentre ieri è sceso a 48,60 €. Queste oscillazioni sono causate principalmente dall’interruzione del passaggio dei flussi di gas attraverso l’Ucraina dal primo gennaio, sebbene si sia ancora lontani dai picchi del 2022, quando il gas aveva raggiunto i 340 euro a megawatt ora.
Si tratta di una situazione da monitorare attentamente: un ritorno alla crescita dei prezzi dei beni energetici porterebbe l’inflazione, secondo le nostre stime, a risalire di 3 decimi di punto, con un tasso che risalirebbe al 2,2% nel 2025, sostanzialmente il doppio dell’anno appena concluso.
A risentirne sarebbe, inevitabilmente, anche la spesa delle famiglie, dal momento che i rinnovi contrattuali che sono stati firmati non potevano incorporare questa eventuale nuova accelerazione dei prezzi, e di conseguenza anche alle imprese che fanno riferimento al mercato interno. Sarà dunque fondamentale sorvegliare l’evoluzione dei costi energetici, e prendere in considerazione azioni per il loro contenimento come già fatto negli anni precedenti.
L’articolo Prezzi: Confesercenti, niente inflazione sotto l’albero, ma preoccupano tensioni su energetici. Aumento potrebbe portare tasso a 2,2% nel 2025, più del doppio rispetto a 2024 proviene da Confesercenti Nazionale.
Il turismo cresce anche nel 2024, grazie soprattutto all’apporto dei turisti stranieri: l’anno dovrebbe chiudere con oltre 458,5 milioni di presenze, in aumento del +2,5% sul 2023. A stimarlo è il Centro Studi Turistici di Firenze per Assoturismo Confesercenti.
Nel corso dell’anno, l’economia nazionale ha evidenziato qualche segnale di rallentamento, legato in particolare alle dinamiche inflattive e al conseguente aumento dei prezzi, soprattutto nel settore dei servizi, non solo in Italia ma anche nelle principali destinazioni turistiche del mondo. In questo contesto, il sistema turistico italiano ha dimostrato una buona capacità di tenuta, sostenuto principalmente dalla componente straniera che ha fatto registrato una tendenza ininterrotta di crescita per la maggior parte dell’anno, interamente grazie al traino del turismo straniero.
Italiani e stranieri. Il turismo interno, caratterizzato da una lunga fase di rallentamento collegata probabilmente alla perdita del potere di acquisto, potrebbe infatti chiudere con una flessione stimata del -2,8% di presenze e del -2,9% di arrivi, portando i valori complessivi rispettivamente a 207 milioni e 63,8 milioni. In netta controtendenza l’andamento dei visitatori stranieri, che chiuderebbero con circa 251,5 milioni di presenze (+7,4%) e 72,1 milioni di arrivi (+6,3%).
Le aree e le tipologie. Il trend di crescita stimato si è distribuito in maniera più o meno uniforme tra le diverse macro aree del paese, ad eccezione del nord est che raggiungerebbe una crescita leggermente al di sotto della media nazionale. Per quanto riguarda gli andamenti delle diverse tipologie di prodotti turistici, gli unici ad evidenziare una leggera crescita sono il balneare e il termale. Un aumento più consistente è stimato, invece, per le aree dei laghi (+6,5%), della campagna/collina (+5,8%), delle città d’arte (+3,6%) e della montagna (+2,5%). In leggera flessione il risultato delle località classificate ad “altro interesse” (-0,5%).
Il 2025. Nonostante un quadro economico ancora incerto, a cui si sommano le tensioni geopolitiche, il risultato di fine anno conferma la solidità del nostro sistema di offerta turistica. Rimane però qualche incertezza sull’andamento del mercato nella prima parte del 2025. È probabile che il rallentamento della domanda, già rilevato alla fine del 2024, continui anche nel primo trimestre 2025, seguito però da una nuova accelerazione nel corso dei mesi successivi. Infatti, da un sondaggio condotto del Cento Studi Turistici per Assoturismo Confesercenti presso un campione di 1.225 imprenditori della ricettività, risulta che il 62% degli intervistati per la prima parte dell’anno prevede di registrare un trend di stabilità del mercato. Invece, le aspettative del 15,1% del campione sono di un aumento della domanda, contro il 22,8% che prevede una leggera contrazione del mercato. In generale, gli imprenditori che hanno manifestato una maggiore preoccupazione sono quelli attivi nelle località del prodotto balneare e del termale. Invece, un minor pessimismo traspare dagli imprenditori delle aree di montagna e della campagna/collina.
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Saldi invernali al via. Domani le vendite di fine stagione inizieranno in Valle D’Aosta, per poi partire sabato 4 gennaio in tutta Italia. Alto l’interesse dei consumatori: quasi uno su due – il 46% – ha già deciso di acquistare almeno un prodotto, ed un ulteriore 50% valuterà le offerte prima di comprare.
È quanto emerge dal consueto sondaggio sui saldi di fine stagione invernali, condotto da IPSOS per Confesercenti.
Il budget. Il 59% degli intervistati ha già pianificato quanto investire nel rinnovo del guardaroba: in media si spenderanno circa 218 euro a famiglia, con una media più alta nel Centro Italia (quasi 263 euro) e tra gli over 34 (quasi 239 euro). Cifre importanti, per un evento promozionale che è ancora il più apprezzato dagli italiani: il 53% degli intervistati ritiene i saldi l’appuntamento più conveniente e utile, mentre solo il 20% indica il Black Friday.
Dove si compra: vincono i negozi. Come accaduto nell’ultima settimana di Natale, anche per i prossimi saldi i punti vendita fisici appaiono in vantaggio sull’online: si comprerà attraverso entrambi i canali, ma otto italiani su dieci (81%) sceglieranno i negozi per almeno un acquisto, contro il 54% che comprerà un prodotto online.
Cosa si cerca. I prodotti moda più desiderati per questi saldi sono maglioni e felpe, indicati dal 51% di chi ha previsto di acquistare. Un effetto dell’arrivo del freddo dopo un autunno caldo, a causa del quale il 30% circa dei consumatori segnala di aver ridotto gli acquisti di abbigliamento invernale. Particolarmente cercati i maglioni di qualità con decorazioni. Seguono, a brevissima distanza, le calzature (49% delle segnalazioni) e poi – ben più staccati – gonne e pantaloni (31%), con un interesse forte per jeans e denim, e maglie e top (30%). Nella lista dei desideri ci sono anche intimo (28%), camicie e camicette (22%), borse (21%) e i capispalla – giubbotti, cappotti e piumini – sempre al 21%. Poi accessori (18%) e abiti e completi (17%).
“I saldi – e in particolare quelli nei negozi fisici – si confermano l’evento promozionale più atteso dagli italiani. Un segnale positivo dopo un autunno caratterizzato da vendite molto fiacche”, dichiara Benny Campobasso, Presidente di Fismo Confesercenti. “Rimane, tuttavia, il problema della data troppo anticipata: l’inverno climatico è appena iniziato e si rischia di svendere la collezione invernale prima ancora di riuscire a venderla pienamente. Bene la data ‘quasi’ unica di avvio dei saldi – con l’eccezione della Valle d’Aosta – ma dovrebbero essere davvero collocati a fine stagione. È una richiesta che continuiamo a sostenere con forza”.
L’articolo Saldi: Confesercenti Ipsos, al via tra domani e sabato in tutta Italia. Comprerà quasi un italiano su due, budget medio 218 euro a famiglia proviene da Confesercenti Nazionale.
Brindisi al ristorante, ma con qualche bollicina in meno. Tra la cena e il veglione del 31 dicembre ed il pranzo di Capodanno, ristoranti e pubblici esercizi si preparano ad ospitare 8 milioni di italiani. Ma la ‘stretta’ sul consumo di alcool del nuovo codice della strada si fa sentire: il 15% utilizzerà un mezzo di trasporto guidato da altri ed il 27% rinuncerà a bere.
A stimarlo è Fiepet Confesercenti, sulla base del sondaggio condotto con Ipsos su un campione di italiani maggiorenni.
Il budget. Per festeggiare l’arrivo del nuovo anno, a casa o in un locale, si spenderanno complessivamente 163 euro a persona: poco più di 89 euro per il 31 dicembre, e 74,7 euro per il pranzo di Capodanno. La spesa complessiva per la fine e l’inizio del nuovo anno è più alta nelle regioni del Nord Italia (201,81 euro) e più bassa al Centro (109 euro circa).
I festeggiamenti domestici. Circa la metà (53%) degli italiani trascorrerà la notte di San Silvestro a casa, propria o di parenti, una tendenza più marcata tra le persone di età superiore ai 35 anni (56%) e tra le donne (57%). Gli amici, però, sono un’alternativa rilevante: la preferisce circa un quarto (24%) degli intervistati soprattutto tra i giovani (18-34 anni, 25%) e tra gli uomini (26%). Più familiare la dimensione del pranzo di Capodanno: il primo gennaio sarà a casa propria o di parenti il 73%, solo il 10% a casa di amici.
San Silvestro e Capodanno al ristorante. Il 14% degli italiani, invece, passerà la notte più lunga dell’anno in un ristorante o un locale pubblico, in particolare al Nord e al Centro (15% e 14%), cui si aggiunge un 3% che per la cena o il veglione opterà discoteche o sale da ballo, quota che sale al 5% sotto i 34 anni. Per il pranzo di Capodanno è invece l’8% a scegliere un ristorante o un pubblico esercizio.
L’impatto del nuovo codice della strada. Ad influenzare le scelte degli italiani, anche l’inasprimento delle sanzioni previste dal nuovo codice della strada in caso di guida in sato di ebbrezza o sotto effetto di droghe, ed entrate in vigore lo scorso 14 dicembre. Una ‘stretta’ ben nota agli intervistati: il 75% dichiara di saperne molto o abbastanza, quota che sale all’84% nei giovani sotto i 34 anni. E che ha un impatto rilevante sui festeggiamenti di fine dell’anno: il 9% dichiara di aver cambiato completamente programmi, mentre il 15% si farà portare al veglione come passeggero di un mezzo pubblico o privato. Il 27%, invece, dichiara che non cambierà i programmi ma rinuncerà a bere; il 15% invece, non cambierà né programmi né consumo di alcoolici.
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