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Confesercenti Campania sul caro energia: 20mila attività a rischio chiusura, 450 milioni in meno per le imprese, Natale povero per tutti

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Il Presidente Schiavo: “Nella nostra regione a rischio anche migliaia di posti di lavoro. Per le feste natalizie le famiglie hanno pochi soldi in tasca. Il Governo intervenga subito per sostenere aziende e consumatori, anche detassando le tredicesime”

Allarme Confesercenti Campania. Si prospetta un Natale povero e con tante aziende che rischiano la chiusura. Le prospettive per il Natale sono sconfortanti, il caro energia sta mettendo in ginocchio imprenditori e consumatori. Il centro studi di Confesercenti Campania ha infatti stimato, dopo uno specifico sondaggio, il taglio netto delle spese dei consumatori per le prossime festività natalizie, con una diminuzione degli incassi, per le aziende, di oltre il 30% rispetto al 2021: da 1.4 miliardi di euro a 950 milioni in 12 mesi, 450 milioni in meno per le attività commerciali, già in ginocchio per il caro energia. Sono, in tal senso, secondo il Centro Studi di Confersercenti, circa 20mila le imprese in Campania (di cui circa 7mila a Napoli e provincia) a rischio chiusura entro il 31 dicembre a causa degli insostenibili costi di energia. “I titolari delle attività commerciali – spiega Vincenzo Schiavo, presidente di Confesercenti Campania e vicepresidente nazionale con delega al Mezzogiorno- non riescono a sostenere i costi di impresa, devono decidere se continuare l’attività o pagare il caro energia, il fitto, gli impiegati o le tasse. Altre stanno annaspando e non stanno pagando nella speranza che non venga loro staccata la corrente perchè stanno cercando di sopravvivere. Con 20mila imprese a rischio chiusura in Campania sono oltre 60mila le persone che rischiano la disoccupazione definitiva, perché molti di essi sono over 50 e quindi impossibilitati a trovare nuova occupazione anche per ragioni di età. Dunque al problema economico si aggiunge anche quello sociale e c’è sempre la questione sicurezza, delle nostre strade e dei nostri negozi, che persiste. Chiediamo al Governo Meloni di intervenire immediatamente: c’è uno stato di grande e drammatica difficoltà, le imprese hanno bisogno di avere risposte rapide e concrete, i vari Governi stanno lasciando che gli imprenditori si schiantino al suolo, perché li abbandonano senza paracadute”.

Il caro energia è una tenaglia, perché inciderà anche sugli incassi natalizi. Il sondaggio di Confesercenti ha stabilito che il 60% della popolazione campana ritiene che le condizioni economiche e sociali delle prossime feste saranno peggiori di quelle dello scorso anno, e quasi la metà degli intervistati (49%) prevede di ‘tagliare’ anche i regali: il 25% progetta di spendere tra il 10 ed il 30% in meno per i doni, mentre il 24% porterà la riduzione oltre questa soglia. Solo il 4% aumenterà la spesa per le sorprese sotto l’albero, a fronte di un 36% che cercherà di mantenerla invariata. La spesa pro capite per il Natale 2022 sarà di circa € 174,50 con un calo netto rispetto all’anno 2021 dove si era registrata una spesa pro capite di circa € 241,00. E sarà addirittura inferiore anche a quella del 2020 (€ 185,00), anno di piena pandemia a causa del Covid. Con la conseguenza di circa 450 milioni di euro in meno nelle casse delle imprese campane.

“I dati del Centro Studi di Confesercenti – afferma Vincenzo Schiavo – sono chiari: ci aspetta un anno di grande difficoltà, un Natale di austerity perché le persone non potranno spendere come nel recente passato ed anzi spenderanno anche meno del terribile 2020, ovvero del Natale vissuto in piena pandemia da Covid. Pesa enormemente il caro energia e l’aumento dei prezzi: i campani sono stritolati tra il caro energia e gas che sottrae disponibilità concrete alle famiglie e la crescita esponenziale dei prezzi di qualsiasi prodotto, conseguenza dell’incremento notevole dei costi fissi per le imprese. Meno viaggi e meno regali sotto l’Albero nella nostra regione come nel resto d’Italia, o anche più del resto del territorio nazionale, dal momento che qui il reddito pro capite è inferiore e ci sono tanti disoccupati. Dai dati si evince inoltre anche che il caro vita pesa come l’inflazione, per il 9%, su cittadini della nostra regione che soffrono per un reddito pro capite inferiore a quello del Nord Italia. I dati sono chiari, siamo passati da una media reddituale di 19.759 € nel 2021 a 17.816 € di quest’anno, quasi 2000 euro in meno nelle tasche delle famiglie campane.

Il reddito di cittadinanza ha rappresentato una boccata d’ossigeno per molti campani, ma non ha assicurato loro dignità di lavoro, consentendo loro di sopravvivere. Confesercenti Campania chiede, per questo, al Governo centrale appena insediatosi tre priorità: prolungamento e rafforzamento dei sostegni per imprese e famiglie sino a quando non ci sarà un calo dei prezzi e detassazione per le imprese in modo che il costo-lavoro diminuisca. Con quest’ultima azione ci sarebbe anche impulso per nuove offerte di lavoro per i tanti inoccupati, con l’effetto di un aumento dei consumi. Infine, in linea con quanto affermato da Confesercenti Nazionale, una detassazione delle tredicesime potrebbe frenare un poco la netta diminuzione di consumi a Natale”.

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