Le misure del Dl PNRR 2 devono essere corrette: “Bene la lotta all’evasione fiscale, ma deve essere condotta senza creare ulteriori aggravi per imprese e professionisti”

Il giudizio di Confesercenti Modena sui provvedimenti al vaglio del Consiglio dei Ministri è fortemente critico. Infatti, se il Portale Nazionale del Sommerso va nella giusta direzione di una banca data unica, che può evitare il reiterarsi di ispezioni a carico delle imprese, questo non può dirsi sul fronte del contrasto all’evasione, perseguito con una “stretta” connessa ai sistemi di pagamento elettronici.

Tra progetti di sanzioni, lotterie e obblighi vari, il rischio è sempre lo stesso: concentrare il peso della lotta all’evasione sulle spalle degli esercenti. E questo mentre le grandi piattaforme internazionali che operano sull’online godono ancora di un regime fiscale favorevole, che permette loro di pagare un quinto rispetto ai negozianti.

“Obblighi e sanzioni provocheranno un ulteriore aggravio alle attività economiche, particolarmente pesante per quelle più piccole e caratterizzate da margini ridotti – come distributori carburanti, bar e tabaccai– proprio nel momento in cui la spesa dei consumatori nei negozi stenta a ripartire a causa dell’inflazione e del clima di incertezza. Il rispetto dell’obbligo presenterà poi particolari difficoltà per le imprese che operano in aree territoriali non adeguatamente coperte da idonee infrastrutture di comunicazione – commenta Mauro Rossi, Presidente Provinciale Confesercenti Modena. “Prima di un’eventuale rigidità sui POS, bisogna procedere al taglio sostanziale delle commissioni pagate dagli esercenti, più volte promesso ma realizzato solo in minima parte. Occorrono poi strategie diverse da quelle adottate finora, che si sono dimostrate inefficaci. Il cashback, ad esempio: un onere di 4,75 miliardi che ha visto l’adesione di meno di 9 milioni di italiani, di cui solo 7,9 milioni con transazioni accettate, presumibilmente appartenenti alle classi di reddito più elevate. Risorse che avrebbero permesso di fornire gratuitamente un POS ad ogni partita IVA in Italia.”

Confesercenti fa poi rilevare che sui reali risultati di una misura di obbligatorietà della moneta elettronica sul contrasto all’evasione è lecito avanzare qualche dubbio. Il numero di Pos attivi è infatti cresciuto enormemente negli ultimi anni: nel 2020 – ultimo dato disponibile – i Pos attivi sono stati 3,4 milioni, un milione in più dei 2,4 milioni disponibili nel 2017. Un aumento consistente, cui non è corrisposto un equivalente incremento dei proventi della lotta all’evasione.

“Siamo comunque favorevoli ad incentivare la moneta elettronica: un vantaggio anche per i negozianti, visti i rischi di sicurezza derivanti dalla gestione del contante. Ma è essenziale individuare un concreto punto di incontro tra le misure di incentivazione alla moneta elettronica e le esigenze delle imprese, accompagnando tali misure con decise riduzioni delle commissioni applicate all’esercente, da azzerare per importi fino a 50 euro. Va promossa, allo stesso tempo, la competizione tra carte di credito e di debito e i sistemi di pagamento tecnologicamente più evoluti, come quelli next-gen, il cui costo per gli esercenti è già ora decisamente inferiore” conclude Mauro Rossi.

L’articolo Confesercenti Modena: “Moneta elettronica? Occorrono incentivi, non sanzioni” proviene da Confesercenti Nazionale.

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