Giammaria, “Siamo fiduciosi in una partenza incoraggiante”. Acquisteranno in saldo il oltre il 40% dei consumatori, con una spesa media di 170 euro a persona
Roma e Lazio: il 5 gennaio prenderanno il via i saldi. Le vendite di fine stagione invernali sono il primo vero grande appuntamento commerciale del 2023 e uno tra i più attesi dai consumatori. Tanto più che la coincidenza con la festività della Befana di venerdì 6 gennaio, trasformerà l’occasione in una straordinaria tre giorni di shopping.
“Siamo fiduciosi, visto la particolare contingenza, in una partenza incoraggiante, afferma Valter Giammaria, Presidente della Confesercenti di Roma e del Lazio, meno purtroppo sul resto del periodo dei Saldi, fino al 15 febbraio, anche in considerazione dell’effetto diluito dalla valanga dei cosiddetti pre-saldi praticati già dalle festività di Natale e Santo Stefano”.
Una valanga promozionale che rischia di disorientare i consumatori e travolgere l’evento dei saldi invernali, danneggiando gli imprenditori che correttamente aspettano il giorno previsto per dare il via alle vendite di fine stagione. A tutto vantaggio soprattutto dei grandi marchi e delle piattaforme web, è quanto segnala la FISMO, Federazione del settore moda della Confesercenti.
“Bisogna rivedere le regole, ribadisce il Confesercenti Roma e Lazio Giammaria, per garantire sconti trasparenti ai consumatori e tutela della concorrenza, anche avvicinando di più la data di partenza delle vendite alla fine reale della stagione e non come accade oggi in piena stagione”.
“Inoltre, ricorda Giammaria, a pesare sulle capacità di spesa delle famiglie saranno gli effetti della crisi energetica, che si farà sentire ancora sulle bollette di gennaio e febbraio di gas e luce, dei carburanti, tornati ad accise piene dal 1 gennaio e praticamente sulla soglia dei 2 euro al litro e l’aumento dei prezzi dovuti alla crescita dell’inflazione”.
I saldi, ricordano dalla FISMO, nel passato rappresentavano circa il 35% del fatturato per un piccolo esercizio del settore moda, oggi forse si attestano poco sopra il 20%, anche se i consumatori da sempre premiano i negozi di vicinato nei quali possono verificare la veridicità dell’offerta grazie anche al servizio di assistenza che viene offerto.
Secondo una nostra indagine, fanno sapere da Confesercenti di Roma e del Lazio, sono oltre il 40% le persone che manifestano interesse all’acquisto in saldo, in parte programmato e in parte di impulso; una tendenza che cresce rispetto a gli anni trascorsi: insomma, il consumatore deciderà se acquistare prodotti in saldo sul momento, in base alle offerte. L’importo stimato di spesa è di 170 euro, in crescita oltre il 15% rispetto lo scorso anno, anche se inferiore ancora al 2019. Anche quest’anno, in cima ai desideri dei consumatori troviamo senz’altro, nell’ordine: la maglieria, i capospalla, la camiceria, le scarpe, che assorbiranno più del 70% della spesa. A seguire troviamo l’intimo e le magliette, accessori, sciarpe e cinture. Da segnalare che c’è anche circa un 10% in cerca di un’occasione per l’acquisto di borse.
I saldi, precisa Fismo Confesercenti, si applicano solo a prodotti che abbiano una stagionalità, come abbigliamento e accessori moda, seguendo una disciplina giuridica ben precisa.
Ecco dunque le regole del saldo:
La vendita di fine stagione (saldo) non ha obbligo di comunicazione al Comune.
Le condizioni favorevoli di acquisto prospettate al consumatore attraverso il messaggio pubblicitario devono essere reali ed effettive.
I prodotti esposti per la vendita nelle vetrine esterne o all’ingresso del locale e nelle immediate adiacenze dell’esercizio e su aree pubbliche o sui banchi di vendita, ovunque collocati, devono indicare in modo chiaro e ben leggibile il prezzo di vendita al pubblico, mediante l’uso di un cartello o con altre idonee modalità; quando siano esposti insieme prodotti identici dello stesso valore è sufficiente l’uso di un unico cartello. Negli esercizi di vendita e nei reparti di tali esercizi organizzati con il sistema di vendita del libero servizio l’obbligo di indicazione del prezzo deve essere osservato per tutte le merci esposte al pubblico.
I dati da esporre nei cartellini sono:
a) il prezzo originario;
b) la percentuale di sconto;
c) il prezzo finale di vendita.
Alle vendite di fine stagione non si applicano le normative relative alle vendite sottocosto: l’esercente, dunque, è libero di vendere i prodotti anche a prezzo inferiore a quello di acquisto.
Il commerciante continuerà ad accettare i pagamenti con carta secondo i termini delle relative convenzioni.
In caso di mancata conformità del bene al contratto (difetti o mancata corrispondenza rispetto alle caratteristiche descritte prima della vendita) il cliente ha diritto, ai sensi del D.LGS. n.° 24/2002:
a) al ripristino, senza spese, della conformità del bene mediante riparazione o sostituzione (a scelta, salvo che il rimedio richiesto sia oggettivamente impossibile o eccessivamente onerosorispetto all’altro);
b) ad una riduzione adeguata del prezzo o alla risoluzione del contratto (se la riparazione e la sostituzione sono impossibili o eccessivamente onerose; se il venditore non ha provveduto alla riparazione o alla sostituzione entro un congruo termine; se la sostituzione o la riparazione precedentemente effettuata ha arrecato notevoli inconvenienti al consumatore).
L’impegno alla massima disponibilità e cortesia nei confronti del cliente per eventuali cambi non dettati dall’obbligo di Legge. Non esiste difatti il cosiddetto diritto al “ripensamento” negli acquisti effettuati in forma diretta. Ciò vale, come è noto, solo nei casi di vendita “a distanza” eseguita al di fuori dei locali commerciali (ad esempio on line).
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