Il clima impazzito riduce vendite capi autunnali del 20% e mette ulteriormente in crisi il settore. Necessario un intervento del Governo su Iva, deregulation promozioni on line e saldi
La crisi del comparto moda negli ultimi dieci anni ha visto ridurre il numero delle imprese del -23,6% passando da oltre 121mila del 2013 a poco più di 92.500 del 2023. Di pari passo vanno le aperture di nuovi negozi abbigliamento e calzature che risultano più che dimezzate rispetto a dieci anni fa (da 5.516 nel 2013 a sole 2.167 nel 2023).
E ancora, il clima con temperature record ha ridotto del 20% le vendite dei capi autunnali, contribuendo ad un calo stimato di -15,2% della spesa delle famiglie nel 2023, rispetto al 2019, per abbigliamento e calzature.
Sono questi i dati principali elaborati dall’Ufficio economico di Confesercenti e diffusi nel convegno “Commercio di prossimità settore moda: innovazione, sostenibilità, identità e futuro”, organizzato da Fismo, la Federazione dei negozi di abbigliamento Confesercenti, oggi, 22 novembre, a palazzo Passarini Falletti di Roma, alla presenza di Valentino Valentini, viceministro delle Imprese e del Made in Italy, di Gianfrancesco Romeo, Direttore Generale per il mercato e la concorrenza del Mimit, e di Maurizio Casasco, Presidente della Commissione bicamerale di vigilanza dell’Anagrafe Tributaria.
Le vendite di abbigliamento e calzature non si sono dunque ancora riprese dal crollo della spesa registratosi nel 2020, a causa della pandemia. Se nel 2022 la spesa per vestiario e calzature segnava un calo di -2,3 miliardi nel confronto con il 2019, anche nel 2023 le famiglie spenderanno, rispetto al pre-pandemia, in media 210 euro in meno per l’abbigliamento.
“Le temperature di settembre e ottobre, più alte del normale, non hanno fatto partire le vendite delle collezioni autunno inverno, mettendo in ulteriore crisi il settore”, ha sottolineato il presidente di Fismo Confesercenti Benny Campobasso. “Con un’Iva molto alta, una deregulation delle vendite promozionali dell’online e della grande distribuzione, i piccoli sono in difficoltà. Chiediamo al Governo un’attenzione maggiore per i negozi di moda e accessori, da sempre parte importante dell’economia del Paese e impulso alla vita dei centri cittadini”.
“Servono – conclude Campobasso – regole comuni per chiunque venda nel comparto, un maggior controllo sull’abusivismo e sull’eccesso di promozioni, che sta distorcendo il mercato, ed un regime fiscale agevolato per i piccoli negozi di vicinato, sotto i 400mila euro l’anno di fatturato. Necessaria, inoltre, una revisione delle date di avvio dei saldi di fine stagione, maggiore digitalizzazione per i piccoli, magari usufruendo dei fondi derivanti dal PNNR”.
LE TABELLE
Imprese attive 2013-2023 (Elaborazioni Confesercenti su dati camerali)
Attive
2013
2018
2023
var. %
13/18
var. %
18/23
var. %
13/23
Tessile, abbigliamento, calzature
(4751, 4771, 4772)
121.139
107.963
92.532
-10,9
-14,3
-23,6
TOTALE 47 – COMMERCIO AL DETTAGLIO
(ESCL. AUTOVEICOLI E MOTOCICLI)
812.291
788.710
719.730
-2,9
-8,7
-11,4
TOTALE IMPRESE
5.200.451
5.154.497
5.121.221
-0,9
-0,6
-1,5
Spesa per consumi finali in milioni di euro valori costanti (Elaborazioni Confesercenti su dati Istat)
2018
2019
2020
2021
2022
vestiario e calzature
65.577
64.077
50.292
53.423
61.705
abbigliamento
53.148
51.893
41.763
44.328
51.430
calzature
12.427
12.183
8.505
9.071
10.238
tessili per la casa
3.151
3.122
2.737
2.969
3.217
totale consumi delle famiglie
1.054.590
1.058.217
938.682
989.274
1.049.380
totale beni
503.500
504.821
473.527
498.101
513.819
Spesa media mensile famiglie, val. nominali, confronto 2019-2023 (Stime Confesercenti)
2019
2023
Var. 23/19
euro
quota
euro
quota
var.%
Abbigliamento e calzature
115
4,5
97
3,4
-15,2
Confronto 2023 su 2019, base annuale (Stime Confesercenti)
Var. 23/19
Abbigliamento e calzature
-210
L’articolo Economia: Fismo Confesercenti, piccoli negozi di moda sempre più in difficoltà, in dieci anni perso quasi un quarto delle imprese proviene da Confesercenti Nazionale.