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Fiba Confesercenti Campania, turismo: stato di agitazione delle imprese balneari

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L’Associazione: “Basta belle parole adesso urge soluzione”

È una situazione critica e purtroppo ben conosciuta dagli imprenditori del settore turistico balneare che si trascina ormai da troppo tempo e per la quale da ogni singolo momento di “agitazione” si è sempre usciti fuori con le giuste ma ad oggi inefficaci rassicurazioni della politica.

La categoria è composta da imprenditori ed operatori per bene, da padri di famiglia che amano il proprio lavoro e che non hanno mai alzato oltre ogni misura i toni e gli atteggiamenti anche di piazza. Ora questo “bon ton” sembra sia essersi esaurito i primi segnali anche a Carrara fanno pensare ad una base imprenditoriale fortemente arrabbiata inviperita e delusa. C’è ancora tempo per varare questa norma euro convincente dichiara il numero uno di FIBA Campania Raffaele Esposito la si attende da tempo e dovrebbe adesso essere tirata fuori dai cassetti della politica e delle istituzioni governative.

Noi siamo per la buona fede di chi ci amministra e siamo convinti che non lasceranno “morire” migliaia di piccole imprese a conduzione familiare per darle in pasto in maniera assolutamente impropria come abbiamo visto recentemente in qualche regione alle grandi imprese, alle cosiddette cordate che sembrano prosegue il presidente Esposito generare ricchezza diffusa ma che alla fine probabilmente vanno a rimpinguare soltanto poche tasche.

Il nostro sistema balneare e turistico balneare è fatto di micro e PMI imprese specie a conduzione familiare, noi di Fiba Confesercenti Campania vogliamo che questa peculiarità venga rispettata e tutelata. Il messaggio che sta passando è che per evidenza pubblica si valorizzi soltanto la capacità economica di chi vuole investire niente di più sbagliato niente di più scellerato precisa il Presidente Esposito. È come quando ai piccoli negozi di quartiere si vogliono sostituire i grossi centri commerciali che generano soltanto facile illusione e molto spesso impoveriscono i territori lasciando lavoratori e territori a mani vuote.

È stato proclamato da giorni lo stato di agitazione e probabilmente ad Aprile si andrà in piazza a manifestare un malcontento che è soprattutto nelle tempistiche una preoccupazione sempre più cristallina che speriamo possa presto e definitivamente, così come sempre affermato dalla Premier Meloni, spazzata via da una riforma che tuteli le nostre imprese ed i territori tutti della nostra straordinaria penisola.

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