L’Associazione interviene nuovamente su questo argomento dopo l’incontro sulla revisione dell’intesa sottoscritta in Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome in data 24 marzo 2011, relativa ai saldi di fine stagione
«Se i saldi si svolgessero nel giusto periodo rappresenterebbero un’occasione di grande interesse economico, sia per gli operatori commerciali che per i consumatori» afferma Confesercenti Grosseto. «Derubricarli a mere vendite promozionali, non diverse da quelle che si effettuano ormai tutto l’anno significa dare un indebito vantaggio alla grande distribuzione organizzata ed alle piattaforme dell’on-line, che, privilegiate altresì da un regime fiscale e da economie di scala decisamente favorevoli, hanno interesse a “svendere” tutto l’anno, alimentando un regime di concorrenza sleale a danno dei piccoli imprenditori commerciali».
Proprio per questo Fismo ha inviato un proprio contributo. Intanto il Governo dovrebbe avocare a sé le competenze in materia di vendite straordinarie, riprogrammando la durata dei saldi.
«I saldi devono cambiare ma non essere completamente liberalizzati. D’altra parte, abbiamo visto tutti come la deregolamentazione totale abbia distrutto il commercio, è sotto gli occhi di tutti: perseverare nell’errore sarebbe – passatemi il termine – diabolico – afferma Marco Di Giacopo referente Assoterziario Confesercenti -. Pertanto, è evidente come entrare in un regime di saldi perenni, senza regole, sarebbe un assist micidiale ai grandi colossi dell’online, poiché sposteremo la competizione sul loro campo di gioco. Al contrario, Fismo Confesercenti chiede una revisione delle regole, con lo spostamento dei saldi invernali al 20 Febbraio e del 20 Agosto per quelli estivi, ma anche il mantenimento di alcune norme che vanno a diretta tutela del settore moda italiano, come il limite nella durata (30 giorni) o il divieto di effettuare altre vendite promozionali nei 30 giorni precedenti all’inizio. Solo migliorando ed adattandosi ai vari cambiamenti della società il commercio di vicinato ed il settore moda di cui è componente sostanziale, sopravvive, senza cedimenti e senza snaturarsi, bensì mantenendo le proprie regole e di conseguenza la propria identità».
«Troppo spesso il commercio on line e a volte la grande distribuzione mascherano da saldi quella che è solo vendita di prodotti invenduti» afferma Francesca Verdi presidente provinciale Fismo.
«Occupandomi anche di sartoria arrivano clienti insoddisfatti della qualità di quanto acquistato on line sia per vestibilità che per manifattura. Purtroppo si continua a pensare che il commerciante sia uno che specula sulle vendite, magari confrontando i suoi prezzi con quelli del mercato on line, senza capire che sono differenti gli oneri e le tasse che pesano sui piccoli commercianti. Abbiamo un lavoro importante da compiere: da una parte dobbiamo cominciare. Credo che i saldi possano essere un inizio per fare un lavoro di sensibilizzazione sul cliente».
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