Gianfranco Labib Boughdady è il nuovo presidente di Assotabaccai, l’associazione di categoria che riunisce le rivendite di tabacchi, giochi e servizi associate a Confesercenti. Ad eleggerlo l’assemblea degli associati, riunita oggi a Roma.
Giovane imprenditore romano, titolare della rivendita di tabacchi di Castel Sant’Angelo, Gianfranco Labib ha una lunga storia nell’associazionismo di categoria e dal 2019 è presidente di Assotabaccai di Roma e provincia.
Nel corso dell’Assemblea, Assotabaccai Confesercenti ha presentato il report “Quale futuro per le rivendite?”, studio dedicato alle prospettive delle tabaccherie. Un approfondimento con l’obiettivo di tracciare l’evoluzione di rivendite di generi monopolio, e di cui hanno discusso Federico Rella, Vice President Head of Corporate Affairs LOGISTA, Vito Albanese, Senior Vice President Italy Sales & Retail Operations IGT e President & CEO YS-Your Sales, Francesco Marrara, Amministratore delegato LIS HOLDING SpA, Emilio Petrone, Amministratore delegato Mooney SpA, Francesco Callegari, Generalist PoS Sales Director Sisal Lottery Italia SpA.
Dai prodotti di monopolio ai servizi. Tabaccherie e ricevitorie cambiano pelle e si candidano a diventare una rete di centri di servizio di vicinato, punti di accesso agli strumenti di pagamento e finanziari, anche next gen. Un segmento per cui si stima una crescita del 30% da qui al 2025, quando le transazioni tramite tabaccherie e simili dovrebbero raggiungere i 38 miliardi.
Da tempo, la rete delle rivendite tabacchi ha iniziato a offrirsi come strumento alternativo, per pagare multe, servizi della pubblica amministrazione e molto altro. E ora questa vocazione, complice l’evoluzione continua dei sistemi di pagamento, sta diventando sempre più importante: nel 2025 varrà un quarto del fatturato totale delle tabaccherie. Questo non vuol dire che la rete non abbia sentito il contraccolpo delle emergenze degli ultimi anni. Le rivendite ordinarie si sono ridotte tra il 2016 ed il 2020 del 4,4%. Nel 2022 le rivendite ordinarie e speciali sono una rete costituita da poco meno di 52 mila punti vendita, il 3% in meno del periodo pre-pandemico.
La riduzione, seppur significativa, resta inferiore a quella registrata da molte altre attività produttive, grazie anche alla trasformazione in centri di ‘servizio’. Una metamorfosi che, secondo Assotabaccai, andrebbe dunque sostenuta, con un provvedimento che affronti il tema dei costi di gestione crescenti. Negli ultimi anni, l’aumento delle spese è stato più veloce dell’incremento del reddito. Solo per fare un esempio, i canoni dei servizi a pagamento e dei giochi sono passati dai 2.100 euro l’anno del 2015 agli oltre 5mila del 2022 per singolo punto vendita. “Una voce su cui si potrebbe istituire – suggeriscono i tabaccai – un credito di imposta del 30%. Una misura che costerebbe allo Stato solo 75 milioni di euro l’anno e darebbe un sostegno concreto alla continuità della rete sul territorio”.
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